Animus et Animae
“C. G. Jung, psicoanalista ed antropologo, afferma che: “Ogni uomo ha in sé una donna e che ogni donna ha in sé un uomo.”Così come ogni sentimento contiene il suo opposto, l’odio convive con l’amore, la sottomissione con la prevaricazione, il conscio con l’inconscio, la dualità vale anche in ordine ai due generi biologici, il maschile ed il femminile.
Si definisce perciò ANIMA quell’energia femminile presente nella psiche dell’uomo ed ANIMUS quell’energia maschile presente nella psiche della donna.
Animus e Anima sono i due archetipi che ci danno forse meglio di altri una visione di quanto l’essere possa essere duale.
Presenti nell’immaginario collettivo da sempre e metaforizzati nei sogni e nell’arte, l’Anima porta alla coscienza il principio di EROS, o amore, cioè stimola l’unione, l’Animus porta alla coscienza il principio del LOGOS, o ragione, cioè accentua la distinzione. L’Anima significa legame, unione, protezione, affettività, cura, mantenimento, mentre l’Animus, specularmente, significa riflessività, controllo, analisi, ponderazione, razionalità, calcolo, decisione, programmazione, distinzione. Solo la perfetta integrazione di entrambe queste due forze, maschile e femminile, abbracciando e mantenendo le due energie, porterà l’individuo all’armonizzazione del proprio essere, così come una candela è l’insieme di luce e ombra.” - Gina Affinito, curatrice della mostra Animus et Animae presso il Complesso San Severo al Pendino in Via Duomo, nel centro storico di Napoli, dove è stato esposto “Zeitgeist”, una mia opera del 2017.
Zeitgeist
“Viviamo in una realtà complessa e contradditoria, ricca di paradossi e parallelismi. Oggi come ieri, la città è per eccellenza il luogo del progresso, dove si concentrano i flussi di persone, gli affari, i mestieri e le comunicazioni. Nei primi anni del Novecento il sociologo tedesco Georg Simmel elaborava il concetto di “atteggiamento blasé, ovvero la tendenza/necessità dell’uomo moderno ad essere “indifferente”, per difendersi dalla moltitudine di stimoli cui era quotidianamente soggetto e a cui l’uomo contemporaneo deve aggiungere il complesso intricarsi delle reti di cui fa parte, il dover condividere ogni esperienza e l’obbligo di essere sempre connessi.
Tutto questo mentre l’orologio incombe pesante sulla sua testa, scandisce le ore della giornata, sezionandola ripetutamente e relegando la libertà a qualche manciata di minuti, dov’è possibile aspirare a qualcosa di diverso,
di semplice.
Di Autentico.
Lo sguardo sognatore si perde allora nell’ampiezza di un paesaggio bucolico,
privo di barriere e costrizioni.
Un panorama dai contorni generosi.
Una veduta che basta a sé stessa perché “è”
e che con la sua eternità restituisce il respiro a chi, con fatica,
ri-nasce.”
ISA
L’opera si sviluppa su due fogli, due metà di uno stesso intero.
A sinistra, gli elementi di rilievo che contraddistinguono la realtà contemporanea, fatta di percorsi, connessioni, implicazioni. Gli impegni di lavoro, le aspettative conseguenti ai ruoli ricoperti, il tempo che non basta mai, la bulimia di esperienze vissute da voler sempre condividere, fino ai limiti dell’ossessione.
E ancora, il costruito, l’artefatto, la finzione.
Lo stress dovuto al carico quali-quantitativo della vita contemporanea porta l’uomo a sentire la profonda disarmonia delle cose che lo induce a separare gli ambiti e a creare mondi paralleli.
L’uomo, come il foglio, appare scisso in dualità opposte, contrastanti ma complementari.
Nella parte destra appare allora il sogno. Sogniamo per evadere e resistere a ciò che non ci piace; sogniamo e progettiamo un futuro diverso, un’alternativa possibile a un presente che soffoca, che scolorisce.
Il sogno è semplice, sintetico nei colori e nel contenuto; non si veste di fronzoli articolati, lascia spazio all’espressione delle sensazioni che non necessitano di essere spiegate, bensì di essere vissute e assaporate.